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Eolo
stelle lontane
DIRE FARE CRITICARE A MILANO
L'INIZIATIVA DI Segni D’Infanzia e da Stratagemmi – Prospettive Teatrali. IL REPORT DELL' INVIATA SPECIALE VALERIA CAVALLI DI MANIFATTURE TEATRALI MILANESI

Il 14 aprile a Palazzo Reale  Dire fare criticare. Spettatori protagonisti tra scuola e teatro, convegno o meglio pomeriggio di riflessioni sull’incontro fra scuola e teatro promosso da Segni D’Infanzia e da Stratagemmi – Prospettive Teatrali, a conclusione della terza edizione di Acrobazie Critiche. Oliviero Ponte di Pino, coordinatore, apre presentando alla platea , formata da insegnanti e operatori, Cristina Cazzola, Maddalena Giovannelli e Francesca Serranzanetti che hanno varato già tre anni fa questo progetto che vede il coinvolgimento di più di 1000 studenti degli Istituti Superiori. Si tratta di coinvolgimento attivo perché i ragazzi non sono solo spettatori ma si relazionano con il mondo Teatrale attraverso incontri con gli artisti e operatori, “spuntini critici” fino ad arrivare a partecipare un Concorso di critica teatrale. Il programma di quest’anno, davvero bello e vario, ha promesso e permesso ai ragazzi di assistere a 10 spettacoli in altrettanti Teatri Milanesi, rigorosamente in serale come il pubblico “normale”, ironizza la Cazzola.  Una messa in atto delle buone pratiche, sottolineano la Professoressa Romussi del Liceo Carducci e la preside Francavilla del Liceo Virgilio vigorose sostenitrici del Teatro da vedere e da fare, del Teatro svincolato dal programma scolastico e non racchiuso nel recinto del Teatro Ragazzi. Arriva anche l’ Assessore Del Corno che plaude all’iniziativa e ricorda la prossima apertura dello storico Teatro Gerolamo, un altro palcoscenico che si illumina è senz’altro un evento positivo e foriero di nuove energie culturali.

Prendono poi la parola Rosita Volani di Olinda raccontando l’esperienza del Liceo Manzoni con il Teatro delle Albe e Lorenzo Donati di Altre Velocità che condivide con la platea la situazione in Emilia Romagna. A rompere l’incanto ci pensa Elisabetta Vergani, Farneto Teatro,  che descrive con sincerità il suo sgomento di attrice nelle scolastiche di Medea che lei stessa definisce un disastro: telefonini accesi, bisbiglii continui, disattenzione e maleducazione. Devo dire che ci voleva perché fino a quel momento sembrava che le belle esperienze precedenti fossero la norma mentre invece non è così, resta ancora radicata in molti insegnanti che il Teatro sia al pari della “gita di istruzione”, che si vada a Teatro perché si deve, che si vada a Teatro perché “la collega ha deciso e organizzato lei”, che si vada a Teatro perché bisogna farlo e a volte non si guarda nemmeno lo spettacolo ma si sta in foyer a correggere i compiti. Inoltre noto che le scuole che hanno aderito ad Acrobazie sono quasi tutti Licei: è brutto e spiacevole dirlo ma la formazione scolastica rappresenta già un passaporto del quale purtroppo sono spesso, non sempre, sprovvisti gli studenti degli istituti tecnici e professionali il cui limite è prevalentemente la mancanza di abitudine a sviluppare un pensiero critico. Le entusiaste parole delle insegnanti che hanno aperto il convegno cozzano inevitabilmente con una realtà in cui i ragazzi vengono ancora “portati a Teatro come truppe cammellate” ma, per fortuna, la magia del Teatro spesso riesce a rompere durissimi carapaci svelando così mondi interiori incredibilmente sensibili.

Dopo questa prima parte più espositiva quindi ci si addentra nel vivo della giornata: platea e coordinatori si dividono in tre tavoli di discussione e di lavoro sull’impatto del Teatro sul giovane pubblico di oggi che diverrà quello di domani , le opportunità dell’alternanza scuola lavoro e sul teatro e il programma scolastico. Il tempo vola discutendo e si divaga, si va apparentemente fuori tema anche se in realtà il tema è uno solo: come amalgamare l’esperienza tra i banchi di scuola e le poltrone della platea, come rendere fluido questo passaggio, come rendere familiare un luogo come il Teatro e trasformare le famose truppe cammellate  (ritorna per la seconda volta questa immagine) nel pubblico consapevole di domani. La risposta sta, come sempre, nelle persone ovvero gli insegnanti e lo dicono gli stessi presenti al convegno che cercano, come possono, di trasmettere la passione per arte e cultura ai loro studenti. Mancano naturalmente corsi di aggiornamento ma, visto come vanno le questioni in tema di educazione, pare a tutti utopistico pensare che si possano realizzare e quindi ben vengano le iniziative come "Acrobazie" che riescono a connettere il mondo della scuola e quello del Teatro. Durante la discussione nasce invece una perplessità riguardante il Concorso di Critica Teatrale indetto da "Acrobazie" che in quanto tale prevede dei vincitori e quindi innesca un meccanismo competitivo che qualcuno reputa non in linea con il carattere del progetto.  Dal Teatro Filodrammatici nasce invece la proposta concreta di creare, per l’alternanza scuola lavoro, una vera e propria redazione all’interno dei Teatri gestita per un periodo dagli studenti affiancati da personale competente.

Ci salutiamo dicendo che il Teatro è necessario, che c’è bisogno di Teatro, che dobbiamo far di tutto per promuoverlo e muoverlo. Poi esco da Palazzo Reale in una brulicante piazza del Duomo, fra gente che cammina a testa bassa con gli occhi fissi sul telefonino e penso che oggi il compito del Teatro sia aprire a tutti, ma soprattutto ai giovani,  un orizzonte ben più grande di uno schermo di 4,7 pollici. Le misure sono esatte, le ho controllate!

VALERIA CAVALLI

  

 

 






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